lunedì 24 settembre 2018

Voglia di scrivere...

...A prescindere da quello che si scriverà.
Ti è mai capitato?
Secondo me sì.
A scrivere non è mai il cervello.
Il cervello filtra, per carità. Il cervello rilegge, talvolta cancella. Ma non è mai il punto di partenza. Il punto di partenza sono le viscere.
Si comincia con quella spinta, giù, là, alla base degli intestini e senti quel qualcosa che sale inesorabile come schiuma di birra sulle pareti solleticandoti dall'interno e poi su, fino in gola, e dalla gola si spande in tutte le direzioni, toccando anche i muscoli delle braccia che incominciano a fremere di energia repressa. Un pizzicore ai polpastrelli ti segnala la saturazione e le cose son due: o ingoi, ingoi e ingoi ricacciando tutto sul fondo, o cominci a scrivere e lasci che questo fiume di birra si trasformi in parole di cui non hai nessun controllo.

Ora, in tutto questo processo, ti devo confessare che mi succede una cosa strana che magari succede anche a te: i concetti mi vengono fuori al contrario. Se le cose hanno un ordine (e ce l'hanno), dal mio corpo escono puntualmente nell'ordine inverso. Sta poi al cervello ribaltarle in un secondo momento. Infatti non ti credere che questo post non sia passato per lo stesso processo: la prima cosa a venir fuori sono stati i polpastrelli che pizzicano e poi a ritroso, fino a rendermi conto che, com'è ovvio che sia, il punto di partenza stava esattamente alla fine di ciò che avevo scritto. Così ho preso tutto e l'ho ribaltato.
E la cosa veramente buffa è che, riflettendoci, non solo le cose ci escono al contrario, ma ci entrano anche al contrario. Prendi le parole che stai leggendo in questo momento: ti arrivano passando attraverso le tue pupille e impressionandosi sulla retina, ma indovina un po'? Sono capovolte.
Saranno poi gli impulsi inviati attraverso il nervo ottico a fornire all'encefalo le informazioni necessarie all'elaborazione dell'immagine, nonché al suo raddrizzamento.

Detto ciò, secondo me il nervo ottico del mondo s'è rotto. Guardo quello che accade ed è tutto al contrario: i cattivi prosperano, i buoni annaspano, la disonestà è premiata, l'onestà è un fastidioso contrattempo, i sì sono no e i no sono sì...
Quando sarà riparato il nervo ottico, ci sarà un grande encefalo che raddrizzerà tutto, io credo.

4 commenti:

  1. Mi chiedi se capiti pure a me, di scrivere secondo quel "criterio". Ma come ti ho detto, mi pare che le parole scritte qua, da te, escano dal mio corpo.
    Perché a me capita sempre così. Non solo a volte.
    È quella che io chiamo l’ispirazione. Che monta, che sale, che si fa istinto. Che ti fa prudere le dita. E non necessariamente il cervello interverrà, dopo.
    Avviene quando ci metto tanta, come l’hai chiamata tu, poetitudine, o quando non ne metto affatto. Ma quando Scrivo, non conosco altra tecnica. O meglio, l’ho tentata, e mi ha fatto schifo.

    Rammento quella puntata di Futurama.

    Penso sia sempre andato così il mondo.
    E poi ci siamo noi. Con principi, con ideali di altruismo, di mettere davanti gli altri, di sacrificare noi stessi, di dire le cose in faccia, di sopportare, di spartire, di ascoltare, di non essere pettegoli.
    Si dice spesso che chi è un buono la prende in quel posto.
    Bene. Apparentemente sarà così. Lì per lí lo è.
    Ma sulle lunghe distanze ciò pagherà. Certo non lo facciamo perché paghi, o per vantarci di essere dei virtuosi, ma perché ci sentiamo così, siamo fatti così.
    Ma comunque pagherà.
    Perché un giorno le maggioranze, che si saranno comportate all’opposto di come facciamo noi, intorno a loro avranno ombre e persone della loro stessa levatura. Cioè nulla.
    Noi invece magari avremo poche persone, ma ottime, disposte a tutto per noi come lo saremo noi per loro.
    O magari avremo solo noi stessi, ma si sa: meglio soli che male accompagnati.
    Con scheletri nell’armadio comunque, certo. Beh, alla peggio faremo conversazione con quelli, se ne avremo voglia.

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  2. Io non ne ho più di scheletri nell'armadio. Li ho tirati tutti fuori e ho dato loro degna sepoltura. Così non mi fanno più paura...

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